Residenza a Polistena (1-13 Giugno) LEVIATANO
Foto di Michele Galluccio
Report residenza Dracma (Polistena) per “Leviatano”
di Marco Di Stefano
1/6/2021
È la mia seconda volta a Polistena. Con La Confraternita del Chianti abbiamo portato, nel gennaio 2017, la nostra Bottega del Caffè all’Auditorium Comunale. Quell’anno il progetto di Dracma si chiamava “del Bello perduto”. Mi torna in mente mentre salgo sul treno che mi porterà in Calabria.
Mi sembra uno spunto più attuale che mai, in questo tempo di pandemia. Ritrovare il bello perduto.
E con questo i contenuti, il dialogo, il senso profondo del nostro fare teatro. Ho molte aspettative su questa residenza. Artistiche, certo, ma soprattutto umane. Ho un ricordo stupendo, della mia prima volta a Polistena, soprattutto delle discussioni sincere e appassionate con Andrea Naso, direttore artistico di Dracma, e dell’accoglienza fuori dal comune che tutti ci hanno riservato, pubblico compreso. Sono contento che il nostro Leviatano passi anche da qui, da queste persone lontane geograficamente, ma vicine alla mente e al cuore.
Mi addormento e lascio che il treno faccia il suo dovere, portandomi a destinazione la mattina seguente.
Mi sveglio mezz’ora prima di arrivare alla stazione di Rosarno, dove viene a prendermi Angelo, organizzatore da poco in forza a Dracma. Fin da subito entriamo in confidenza parlando di barbecue e spiagge (il giorno di pausa stabilito con gli attori andrà riempito in qualche modo, no?).
A Polistena mi aspettano Andrea e Mariella. E la loro accoglienza è calorosa come me la ricordavo.
Tra un caffè e l’altro ci confrontiamo sull’ultimo anno, su come sia stato diverso – o meno viverlo agli antipodi del Paese. Ho la sensazione di un dialogo mai interrotto in questi quattro anni. So che qui mi sentirò sempre a casa perché sono tra persone che riconosco e che mi riconoscono come simile. E sono felice di potermi confrontare con loro su uno spettacolo che sta ancora nascendo.
Mi sposto in teatro dove mi aspetta Giuseppe, il tecnico. Insieme capiamo come allestire il tutto nel modo migliore possibile: l’Auditorium Comunale è esattamente come lo ricordavo. Non mi resta che aspettare gli attori.
A distanza di quattro anni sono ancora qui. Il mondo è cambiato, nel frattempo. Ma è bello sapere che alcune cose resistono immutate nel tempo.
D’altronde, quest’anno il progetto di Dracma si chiama “rEsistenze”. E “rEsistere” insieme è un po’ più facile. E soprattutto divertente.
di Andrea Trovato
12/06/2021
Non ero mai stato a Polistena e non avrei mai pensato che, proprio qui, avrei vissuto così tante emozioni. Ma la Vita riesce sempre a sorprenderci! Così può accadere che un gruppo di artisti affatto ricchi o famosi, attraversando mari in tempesta in mezzo agli attacchi del “pirata” Covid, a necessarie invasioni coatte di tamponi e punture vaccinali, scalando le montagne impetuose dell’ignoranza, di certi dolorosi silenzi istituzionali e dei più roboanti rumori degli zoo social, continui a rEsistere! E, di fronte allo spettacolo dei tramonti che la Natura regala a chi si affaccia da piazzetta Bellavista a Polistena o a chi decide di fare un bagno dalla spiaggia di Nicotra Marina o una splendida passeggiata nei vicoli di San Giorgio Morgeto fino in cima al castello, si ha la sensazione che niente accada per semplice caso. La speranza è una scelta, come insegna il Maestro e filosofo buddista Daisaku Ikeda. E la Compagnia Dracma ha scelto il titolo “rEsistere” per il progetto di residenze che ha ospitato anche la terza tappa del nostro percorso “Leviatano”. Al nostro arrivo l’accoglienza è stata calorosissima, merito senza dubbio della sensibilità, della disponibilità e del lavoro tenace di Andrea, Mariella ed Angelo, cuori pulsanti di Dracma. Marco conosceva già questa realtà ma per me, Alessia e Giulio di Carmentalia è stato il primo incontro con loro, nonostante la sensazione sia stata più come quella di incontrare degli amici che non vedi da tempo. Mi stupisco ancora di fronte a queste sensazioni che mi auguro di non dare mai per scontate. Il lavoro su “Leviatano” in un clima del genere non poteva che volare sempre più in alto e, in effetti, così è stato: abbiamo fissato e definito maggiormente le scene, costruito e montato l’ultima, provato alcuni costumi ed oggetti di scena chiarendoci sempre più le idee sulla forma che stiamo dando allo spettacolo. Questa tappa è stata importante anche perché ci ha raggiunto nuovamente Riccardo nei primi giorni di lavoro e abbiamo avuto occasione di ripercorrere in modo sempre più approfondito il testo e le sue curve di pensiero. Per quel che riguarda il personaggio di Kruger in modo particolare è stato importantissimo, in questa occasione, lavorare con Marco e Riccardo e definire maggiormente le intenzioni e le sfumature del monologo. Infatti mi sono un po’ smarrito… ma sono contento perché a volte è necessario perdersi, specialmente quando si vuole scoprire qualcosa di nuovo…
Durante la nostra permanenza a Polistena, Dracma ha organizzato anche un piccolo laboratorio sull’improvvisazione e la scrittura scenica tenuto da Marco e al quale abbiamo partecipato anche noi, insieme a ragazze e ragazzi del luogo. E’ stata una vera e propria condivisione di entusiasmi che ha creato connessioni e messo in relazione nuove persone e sentimenti, probabilmente ha riavviato qualche motore di sogni rimasto ingolfato dietro le mascherine in questa lunga astinenza d’arte e di relazioni. Mi congratulo con una realtà come Dracma che porta ossigeno in questo tempo, in questo luogo!
Parentesi godereccia: Marco ha compiuto qui i suoi primi 40 anni, coccolato e festeggiato da noi tutti ma, soprattutto, dal cuoco/cantante Rino che, in suo onore, ha preparato appositamente per noi un indimenticabile pulled pork! Dico solo questo: 12 ore di cottura…
Chiudo la parentesi ma lascio aperto il godimento.
Sabato, 12 Giugno abbiamo fatto una prova aperta di fronte a un pubblico ristretto, ma solo come numero: il loro calore è letteralmente impossibile da dimenticare, lo sento ancora addosso! Sarà stata la standing ovation? O l’emozione fortissima di rivedere un pubblico dopo più di un anno di fermo? O l’angoscia per aver saltato un bel pezzo di monologo, perdendomi ancora e ancora e ancora… nel mistero di come sia possibile che il pubblico non si sia accorto di nulla, nella certezza di avere due grandi compagni di viaggio come Alessia e Giulio, pronti a riprenderti in scialuppa… chissà? Navighiamo, navighiamo, il mare non si ferma.
Si ascolta.